Il 16 aprile 1944, prima domenica dopo Pasqua, un furgone tedesco era stato assaltato da un gruppo di partigiani in Via Cesare Battisti a Filottrano. Due dei quattro soldati erano morti, gli altri due feriti. Per vendicare l'attentato i tedeschi avevano circondato il paese e prelevato 16 uomini, poi condotti alla caserma dei carabinieri e rilasciati solo a mezzanotte. Il giorno dopo i tedeschi avevano effettuato un altro rastrellamento, graziando gli ostaggi solo grazie alla mediazione delle autorità locali. Ma la Felgendarmerie aveva emesso un manifesto col quale dichiarava Filottrano paese ribelle e ne sanciva di fatto l’occupazione militare. Il 30 giugno 1944 ha luogo un altro attacco a un autocarro tedesco. A questo punto vengono fucilati dieci cittadini.
Intanto nei giorni dal 21 al 30 giugno gli alleati avevano combattuto lungo il fiume Chienti e avevano costretto i tedeschi sulla Linea Albert, che seguiva il corso del Fiumicello fino a giungere al Musone e poi al mare. A difendere questa linea si schieravano due divisioni di granatieri tedeschi: la 278ª, in montagna; e la 71ª, da Filottrano al mare. Di fronte a loro c’era il secondo corpo d’armata polacco, composto da due divisioni di fanteria, una brigata corazzata, forte di almeno duecento carri armati, due reggimenti di ulani corazzati e motorizzati, cinque reggimenti di artiglieria di ogni calibro e varie unità minori, in tutto più di 50.000 uomini. Al loro fianco era in campo anche il Cil del generale Utili: due divisioni incomplete di fanteria, due reggimenti di artiglieria, reparti minori di servizi e collegamenti; per un totale di circa 17.000 soldati.
La mattina del 1º luglio i tedeschi occupano le posizioni che erano ritenute indispensabili per mantenere il caposaldo: Villa Centofinestre, le frazioni di Montoro, San Biagio ad est ed Imbrecciata a sud.
Nel pomeriggio il 15º reggimento Ulani di Poznan, avanguardia della 5ª divisione polacca Kresowa, oltrepassa il fiume e attacca l'abitato di S. Biagio, costringendo alla reazione i tedeschi; ma il loro contrattacco del 2 luglio si arena di fronte alle truppe alleate.
Il 3 i polacchi riescono a conquistare Centofinestre, il 4 Montoro. Intanto i paracadutisti italiani della Nembo, che si erano spinti oltre il fiume a sud, vengono ricacciati indietro dai tedeschi.
Il 6 la battaglia si concentra in paese, vedendo protagonisti i granatieri tedeschi e i paracadutisti italiani.
L’8questi ultimi, protetti dall’artiglieria, ingaggiano la battaglia decisiva. Nel pomeriggio vengono respinti, ma durante la notte i tedeschi , perse Castelfidardo e Osimo, si ritirano anche da Filottrano.
La mattina gli esploratori della Nembo trovano la città abbandonata. Liberano i civili dai rifugi e questi issano sulla Torre dell'Acquedotto una bandiera italiana, oggi conservata nella sala consiliare del palazzo comunale.
Nei dieci giorni di battaglia gli italiani patiscono 56 morti e 231 feriti, più 59 dispersi. I tedeschi una novantina di uomini.
La battaglia di Filottrano è importante perché apre agli alleati la strada per Ancona, obiettivo strategico decisivo per il porto che consentiva un accorciamento delle linee di rifornimento per le unità alleate sull’Adriatico. Ma è ricordata anche come ultimo episodio che vede in combattimento il Corpo Italiano di Liberazione, comandato dal generale Umberto Utili, poi riorganizzato in estate sottoforma di Gruppi di Combattimento.
FASE IV - Dal 04/06/1944 al 12/11/1944
Linea Gotica
Paolo Pierpaoli, La battaglia di Filottrano, Jesi 1981
Ruggero Giacomini, Ribelli e partigiani. La Resistenza nelle Marche 1943-1944, Affinità elettive, Ancona 2008
Giovanni Santarelli, Filottrano 1944-1945: fatti e personaggi nei giorni tragici ed eroici della città, Falconara 2016