Nato e cresciuto in una famiglia alto-borghese fra le più note di Pesaro, secondogenito e alunno modello, ottiene la maturità classica e si laurea in medicina. Abile e appassaionato sciatore, per molti anni lavora come libero professionista ad Ancona. Raggiunge, però, la notorietà come scrittore pubblicando il romanzo "I lunghi Fucili": lucido, critico e coinvolgente volume di memorie sulla campagna di Russia, edito da Einaudi nel 1956 con la prefazione di Mario Rigoni Stern, insieme al quale aveva preso parte come sottotenente della 55^ Compagnia del Battaglione Vestone, 5° Reggimento alpini, Divisione Tridentina al disperato ripiegamento dal fronte russo a seguito della controffensiva dell’Armata Rossa (come ricorda il personaggio a lui dedicato in “Il sergente nella neve”). Ferito durante la ritirata, per quanto sopravvissuto e ritornato in Italia, resta per sempre segnato dall’asprezza di tale esperienza. L'alpino che con tanta fierezza aveva difeso la dignità dei propri soldati, diviene poi partigiano nelle Marche: comandante di un battaglione della Divisione Garibaldi che si aggrega nell’estate del 1944 al II Battaglione del 7° Gurkha Rifles dell'8^ Armata Britannica operante sulla Linea Gotica, e prende parte il 2 settembre 1944 alla battaglia di Tavoleto. Nei quattordici racconti del volume "Linea Gotica" sceglie nel 1980 di offrire un’affresco letterario anche della propria esperienza di Resistenza, narrando azioni, contrasti fra bande, difficili rapporti con gli Alleati e episodi violenti con limpido realismo antiretorico.