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Personaggi

Ilio Barontini

«Resistenza: parola magica e tragica, per cui tanti sono morti e per cui tanti sono vivi, nel corpo e nello spirito, rianimati ancora oggi dal ricordo di quel periodo, che, pur tra il dolore e il sangue, era il più bello e il più degno»

Nome di battaglia: Fanti, Dario
Tipo: Partigiani di montagna
Data di nascita: 1890
Data di morte: 1951
Luogo di nascita: Cecina (LI)
Luogo di morte: Scandicci (FI)
Nazionalità: Italiana
Regioni di azione: Emilia Romagna,Lombardia,Piemonte
Operativo fuori zona di nascita: Si
Morto in guerra: No
Approfondimento
Descrizione
Operaio meccanico, a tredici anni milita nel Movimento Giovanile Anarchico. Entrato come apprendista al Cantiere Orlando di Livorno, si iscrive al PSI. Nel 1920, assunto nelle ferrovie, entra nel Consiglio provinciale del Sindacato Ferrovieri Italiani e viene eletto nel Consiglio Comunale. Nel 1921 è tra gli organizzatori del Congresso di Fondazione del Partito Comunista d'Italia al Teatro San Marco, di cui diventa nel 1922 Segretario della Federazione provinciale e successivamente di quella interprovinciale di Livorno e Pisa. Nel 1922 è fra gli organizzatori di uno sciopero dei ferrovieri e subisce la prima condanna ad alcuni mesi di carcere. Per la sua attività antifascista viene processato dal Tribunale speciale per la difesa dello Stato e, nel 1931, è costretto ad espatriare in Francia. Lascia Livorno in piena notte con una barca a vela e raggiunge Bastia. Si stabilisce a Marsiglia dove, su incarico del PCI, lavora ad organizzare il movimento antifascista fra i lavoratori emigrati italiani. Nel settembre del 1932 si reca in URSS dove entra a far parte del Club Internazionale degli Emigrati, lavora in fabbrica e studia materie tecniche, diventando direttore di reparto con la qualifica di ingegnere. Allo scoppio della guerra civile spagnola è incaricato di organizzare il trasferimento dei volontari attraverso la Francia. Giunge in Spagna nell'ottobre 1936 e si arruola nel Battaglione Garibaldi, che guida nella Battaglia di Guadalajara (8-24 marzo 1937). Il Centro esteri del PCI alla fine del 1938 lo invia in Etiopia per contribuire alla resistenza contro l’aggressione italiana, dove viene raggiunto nel 1939 da Anton Ukmar e Bruno Rolla. Richiamati in Europa nel giugno 1940 a seguito dell'aggressione fascista alla Francia, Barontini si impegna nell'organizzazione dei maquis: da piccoli colpi con le rivoltelle all’uso di bombe e dinamite, prima a Parigi, poi nel 1941 nella zona libera di Marsiglia. Quando i tedeschi estendono il loro controllo anche al sud della Francia, Barontini diventa capo di stato maggiore dei Francs-tireurs et partisans français e guida importanti azioni di guerriglia. Rientrato in Italia nel settembre 1943, raggiunge Bologna che diviene la sua base d’azione: da qui si sposta in altre città dell’Emilia Romagna, a Torino e a Milano per organizzare le Squadre di Azione Patriottica (SAP) e i Gruppi di Azione Patriottica (GAP), assumendo poi la direzione del Comando Unico Militare Emilia Romagna. Dopo la Liberazione è nominato segretario della Federazione del PCI di Livorno, quindi membro della Direzione del PCI. Nel 1946 viene eletto deputato dell'Assemblea Costituente e nel 1948 senatore. Dopo l'attentato a Togliatti riesce a scongiurare azioni estreme da parte della base operaia della provincia di Livorno, facendo leva sul suo carisma e sulla fama di combattente. Perde la vita in un incidente stradale nel 1951 assieme ad altri due dirigenti livornesi, di ritorno dal XXX Congresso del PCI a Firenze.
Fasi
FASE I - Dal 10/06/1940 al 07/09/1943
FASE II - Dal 08/09/1943 al 31/12/1943
FASE III - Dal 01/01/1944 al 03/06/1944
FASE IV - Dal 04/06/1944 al 12/11/1944
FASE V - Dal 13/11/1944 al 08/04/1945
FASE VI - Dal 09/04/1945 al 02/05/1945
FASE VII - Dal 03/05/1945 al 03/06/1946
Aree
Linea Gotica
Fuori dai confini nazionali
Eventi
Temi
Antifascismo e Resistenza
La Resistenza e l'Europa
La violenza nella Resistenza
Bibliografia
G. Amendola, Lettere a Milano, Roma 1973
E. Frazzoni "Nicoletta", Ilio Barontini "Dario", in L. Arbizzani, G. Colliva, S. Soglia (a cura di), Bologna è libera. Pagine e documenti della Resistenza, Bologna 1965, 169-170
E. Barontini, V. Marchi, Dario Ilio Barontini, Livorno 1988