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Personaggi

Luigi Podda

«Al mio paese non trovai nulla di cambiato, salvo che al posto del podestà c’era il sindaco. La popolazione continuava a vivere nuda, scalza e nella miseria più nera»

Ritorno a casa, 27 aprile 1945
Nome di battaglia: Corvo
Tipo: Partigiani di montagna
Data di nascita: 1924
Data di morte: ?
Luogo di nascita: Orgosolo
Luogo di morte:
Nazionalità: Italiana
Regioni di azione: Friuli Venezia Giulia
Operativo fuori zona di nascita: Si
Morto in guerra: No
Descrizione
Nato in una famiglia contadina di umili origini, primogenito di quattro figli e unico maschio, Luigi Podda è costretto a lasciare la scuola dopo la seconda elementare per aiutare il padre prima come guardiano di pecore, poi facendo il contadino. Nel 1942 è richiamato alle armi per il servizio di leva e al momento dell’annuncio dell’armistizio si trova insieme ad altri commilitoni conterranei a Perugia, inquadrato nel 39° Reggimento dell’areonautica. Fuggito il 13 settembre insieme ad alcuni compagni d'armi sardi con l’intenzione di dirigersi verso Civitavecchia per trovare una nave per raggiungere l'isola, dopo aver peregrinato per mesi nelle campagne laziali alla ricerca di un rifugio, è rastrellato dalle autorità fasciste e costretto all’arruolamento forzoso nell Battaglione volontari Sardegna Giovanni Maria Angioy: un reparto speciale al comando del col. Bartolomeo Fronteddu, costituito per volontà del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri della RSI Francesco Maria Barracu e composto interamente da ex militari sardi. Trasferito prima a Cremona per l’addestramento, quindi a Opicina (TR), nel gennaio 1944 Podda guida più di cinquanta compagni nella fuga e riesce ad aggregarsi con loro nel Battaglione d’assalto triestino (da cui prenderà forma la 14^ Brigata Garibaldi Trieste): formazione al comando di Riccardo Giacuzzo operante oltre l’Isonzo alle dirette dipendenze operative del IX Korpus sloveno. Il 3 febbraio 1944 prende parte all’azione armata al campo di aviazione di Ronchi dei Legionari, nella quale perdono la vita i partigiani Salvatore Piras e Carmine Carcangiu. Arrestato da reparti tedeschi il 2 marzo 1945 sulla strada Gorizia-Aidussina, è incarcerato a Gorizia e destinato alla fucilazione. Il 27 aprile viene però liberato dai gappisti friulani e, dopo un estenuante viaggio, riesce a rientrare a Orgosolo nel maggio 1945 . Costretto a confrontarsi nuovamente con fame, povertà ed emarginazione, tornato a casa prende parte ad un furto di maiali e viene incarcerato a Sassari. Accusato ingiustamente nel 1950 da un confidente dei carabinieri di coinvolgimento nella strage di ’Sa Ferula’, sebbene scagionato da 38 testimoni, viene arrestato e nel 1953 è condannato all’ergastolo sulla base di semplici elementi indiziari. Incarcerato per 26 anni, dopo la pubblicazione nel 1976 del romanzo autobiografico di denuncia in cui narra la sua amara storia di ex partigiano, gli viene concessa la grazia dal Presidente della Repubblica Giovanni Leone, ma non il diritto di rientrare in Sardegna per altri 10 anni.
Fasi
FASE III - Dal 01/01/1944 al 03/06/1944
FASE IV - Dal 04/06/1944 al 12/11/1944
FASE V - Dal 13/11/1944 al 08/04/1945
FASE VI - Dal 09/04/1945 al 02/05/1945
Aree
Zone di operazione
Eventi
Temi
La Resistenza dei militari
La Resistenza civile
La violenza nella Resistenza
La storiografia sulla Resistenza
Bibliografia
L. Podda, Dall’ergastolo, Milano 1976
R. Giacuzzo, G. Scotti, Quelli della montagna. Storia del Battaglione Triestino d’Assalto, Rovigno (HR) 1972
T. Mulas, Antifascisti e partigiani sardi, Milano 2005, 36-37