Irma Bandiera, nata a Bologna nel 1915, cresce durante il ventennio fascista al riparo di una famiglia benestante, democratica seppur non appariscente. Benché le sue conoscenze e le risorse economiche le permettano allo scoppio della guerra di sottrarsi ai bombardamenti sfollando in campagna, rimane invece in città ed inizia a frequentare ambienti antifascisti fino ad abbracciare la scelta di aderire alla lotta clandestina. Entra, infatti, nella 7^ Brigata Gap Gianni.
Protetta dalla sua figura elegante di giovane donna di buona famiglia, dall'immagine di "signorina sofisticata" diviene all'insaputa della famiglia un'intrepida staffetta partigiana, trasferendo documenti e armi fra i diversi distaccamenti della brigata disseminati in provincia.
Il 7 agosto 1944, di ritorno da una consegna effettuata a Castelmaggiore, è fermata su segnalazione e arrestata a Funo d'Argelato. Da prima reclusa a San Giorgio di Piano, viene successivamente trasferita a Bologna dove per sette giorni è brutalmente torturata dagli uomini della Brigate nera. Dopo averla accecata e a lungo picchiata, i suoi aguzzini la trascinano al Meloncello sotto le finestre di casa sua, dicendole che se si decide a parlare permetteranno ai genitori di soccorrerla; ma Mimma mantiene il silenzio e i suoi carnefici non sono in grado di far altro che ucciderla con una raffica di mitra. Assassinata per strada il 14 agosto 1944, il suo corpo viene lasciato esposto quale monito alla popolazione di Bologna aderente alla causa partigiana.
Al ricordo di lei e di altre 127 partigiane martiri della provincia è dedicato il monumento ideato dagli urbanisti del gruppo Città Nuova, inaugurato a Bologna nel 1975 nel parco di Villa Spada.
FASE II - Dal 08/09/1943 al 31/12/1943
FASE III - Dal 01/01/1944 al 03/06/1944
FASE IV - Dal 04/06/1944 al 12/11/1944
Linea Gotica
Perché le Resistenza?
I nemici della Resistenza
La violenza nella Resistenza
La memoria della Resistenza: cinema, letteratura e musica
La memoria della Resistenza: personaggi e date
R. Viganò, Donne della Resistenza, Bologna 1955, 15-17
P. Cacucci, Ribelli!, Milano 2001, 65-70