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Personaggi

Antonio Giolitti

«Per costruire la pace, occorre innanzitutto rieducare gli uomini – in gran parte abbrutiti dalla guerra – alla responsabilità e alla dignità della condizione umana»

Educare alla pace, 25 febbraio 1945
Nome di battaglia:
Tipo: Politici
Data di nascita: 1915
Data di morte: 2010
Luogo di nascita: Roma
Luogo di morte: Roma
Nazionalità: Italiana
Regioni di azione: Piemonte
Operativo fuori zona di nascita: Si
Morto in guerra: No
Descrizione
Nipote dello statista liberale Giovanni Giolitti, Antonio cresce in ambiente benestante ed estraneo al fascismo. Nato a Roma intraprende qui gli studi, per quanto conservi sempre un intimo legame con la casa di famiglia piemontese a Cavour (TO). Nel 1939 sposa Elena D’Amico e si trasferisce con lei a Torino dove, dopo un breve periodo d’impiego presso l’azienda di uno zio, sospinto dalla propria passione per la cultura letteraria europea prende contatto e collabora con la casa editrice Einaudi. Rientrato a Roma dopo la nascita della figlia Anna, radicalizza la propria propensione antifascista e allaccia rapporti con il Partito comunista, incrociando per la prima volta l’ambiente operaio. Nel 1941 è coinvolto nell’ondata di arresti che scompagina il gruppo in cui milita, ma già nel 1942 è prosciolto dal Tribunale speciale per la difesa dello Stato e riprende i rapporti con il partito, per il quale svolge compiti di collegamento clandestini. Dopo il 25 luglio 1943 si trasferisce con la famiglia a Cavour e alla notizia dell’armistizio sale senza indugio su Monte Bracco insieme a Pompeo Colajanni e ai soldati e agli ufficiali del suo reparto in quel momento di stanza a Cavour. Anche grazie ai rapporti di solidarietà intrattenuti con la popolazione locale, contribuisce a costruire uno dei primi nuclei partigiani in Piemonte. Nel 1944 il Comando delle formazioni garibaldine lo trasferisce in Val di Lanzo, dove da maggio assume l’incarico di commissario politico. A metà settembre mentre è in corso un imponente rastrellamento tedesco, di ritorno da un’ispezione la motocicletta su cui viaggia è investita da un camion: riporta una grave frattura alla gamba ed è costretto a passare in Francia per non essere catturato. Non potrà più riprendere la lotta né raggiungere i compagni di brigata, ma immobilizzato in un letto d’ospedale segue incessantemente le evoluzioni della guerra civile in Italia, interrogandosi sul domani e le difficoltà del ritorno alla pace. In questi mesi di forzata passività intreccia riflessioni e scambi letterari in un'intenso dialogo immaginario con la moglie Elena, che incinta era rimasta sola nella casa di Cavour requisita dai tedeschi come comando nazista, quindi era partita per Roma con la figlia riuscendo ad attraversare le linee del fronte. Rientrato a Roma dopo la Liberazione, è eletto membro dell’Assemblea Costituente e deputato, prima nelle file del PCI tra il 1946 e il 1957 – quando si dimette in reazione ai fatti di Ungheria – quindi del PSI tra 1958 e il 1977. Nel 1978 è nominato commissario presso la Comunità economica europea.
Fasi
FASE I - Dal 10/06/1940 al 07/09/1943
FASE II - Dal 08/09/1943 al 31/12/1943
FASE III - Dal 01/01/1944 al 03/06/1944
FASE IV - Dal 04/06/1944 al 12/11/1944
FASE VI - Dal 09/04/1945 al 02/05/1945
FASE VII - Dal 03/05/1945 al 03/06/1946
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Bibliografia
A. Giolitti, Di guerra e di pace. Diario Partigiano (1944-1945), a cura di R. Giolitti e M. Salvati, Donzelli 2015
A. Giolitti, Lettere a Marta. Ricordi e riflessioni, Bologna 1992, 41-58
M. Salvati, Antifascismo, Resistenza, Costituente in Antonio Giolitti. Una riflessione storica, a cura di G. Amato, Roma 2012, 13-41