La famiglia Lajolo - i genitori e quattro figli - viveva dei proventi dei terreni a vigneto che lavorava, quindi in condizioni di reddito non costanti e soprattutto non stabili. Ciononostante, e pur con difficoltà, Davide potè studiare sino al conseguimento della licenza di maturità classica. Proprio a causa delle precarie condizioni economiche familiari, invece dell’università frequenta la Scuola ufficiali dell’esercito, uscendone alla metà degli anni Trenta come sottotenente. Avvicinatosi al fascismo, partecipa alla guerra civile spagnola e, rientrato in Italia nel 1938, dirige il periodico fascista “La sentinella adriatica”. Viene richiamato alle armi e combatte sui fronti albanese, greco, jugoslavo, rientrando in patria col grado di capitano. Proprio l’esperienza delle guerre del regime lo allontana irrevocabilmente dal fascismo e, dopo l’8 settembre 1943, attraverso settimane di riflessioni e sofferenze interiori, lo porterà a scegliere la via della lotta partigiana. Con un gruppo di giovani di Vinchio forma nell’inverno 1943-44 un primo gruppo di combattenti. Ben presto diviene uno dei comandanti dell’8^ divisione Garibaldi, quindi, nella tarda estate 1944, capo di stato maggiore delle divisioni garibaldine del Basso Monferrato. Divenuto comunista, dopo la fine della guerra intraprende una carriera giornalistica intrecciata con la sua attività letteraria e nel campo della cultura. Dal 1958, per tre legislature, viene eletto deputato nelle fila del PCI.
FASE III - Dal 01/01/1944 al 03/06/1944
FASE IV - Dal 04/06/1944 al 12/11/1944
FASE V - Dal 13/11/1944 al 08/04/1945
FASE VI - Dal 09/04/1945 al 02/05/1945
FASE VII - Dal 03/05/1945 al 03/06/1946
Entroterra ligure
La Resistenza dei militari
La scelta dell'8 settembre 1943
I nemici della Resistenza
D. Lajolo, Classe 1912, Asti 1945 (col titolo: A conquistare la rossa primavera, Milano 1975 e 1995)
D. Lajolo, Il “voltagabbana”, Milano 2005 (ed. or. 1963)