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Personaggi

Aldo Cervi

«Spero che gli altri ritorneranno a casa al più tardi a fine guerra e così io se ci sarò ancora, per me però non mi faccio illusioni ad ogni modo sto tranquillo e non mi do pensiero qualunque siano gli eventi» [Lettera alla madre, 20 dicembre 1943]

Nome di battaglia:
Tipo: Partigiani di pianura
Data di nascita: 1909
Data di morte: 1943
Luogo di nascita: Campegine (RE)
Luogo di morte: Reggio Emilia
Nazionalità: Italiana
Regioni di azione: Emilia Romagna
Operativo fuori zona di nascita: No
Morto in guerra: Si
Approfondimento
Descrizione
Nasce in una famiglia contadina, quarto di nove figli, sette maschi e due femmine. Il padre, Alcide, cattolico, si avvicina alle idee socialiste attraverso Prampolini. Di carattere estroverso, Aldo nel 1929 parte per il servizio militare: per un incidente durante il servizio di guardia - spara su un graduato che lo aveva preso di mira per le sue battute critiche sul fascismo - viene processato, condannato a cinque anni di carcere militare, ridotti a tre in appello. Nel 1932, dopo 25 mesi, esce di prigione e porta a termine il servizio militare. L’esperienza carceraria l’ha cambiato: è entrato in contatto con militanti comunisti, si è convinto che il miglioramento delle condizioni di vita dei contadini passa per l’azione, «per riparare il tetto bisogna costringerli i padroni, non soltanto predicare e pregare», dice alla famiglia, annunciando in questo modo l’intenzione di dedicarsi all’agire politico. Con l’aiuto dei fratelli, in particolare di Gelindo, il più anziano (1901), Aldo tenta di dare vita ad una cellula comunista, quindi nel 1933 organizza una biblioteca dove riunisce libri di agricoltura e testi marxisti, nella prospettiva di provvedere all’istruzione e all’emancipazione dei giovani della zona. Su questi binari prosegue la sua attività: migliora e modernizza le tecniche di coltivazione, studia, diffonde le idee di emancipazione sociale che identifica con il comunismo. Nel 1936 organizza una manifestazione di protesta silenziosa in occasione della proclamazione dell’Impero. Ormai i fascisti lo hanno identificato come un “sovversivo”. Nel 1939 entra in contatto con Lucia Sarzi, figlia di Otello, l’organizzatore di una compagnia teatrale che gira le campagne tra Parma, Reggio Emilia e Modena, approfittando degli spettacoli di tema sociale che mette in scena per diffondere le idee antifasciste e comuniste. Si consuma un salto di qualità nell’attività di Aldo e della famiglia Cervi, che diviene sistematica e fa della loro casa un centro di irradiazione dell’antifascismo: si diffondono volantini, si stampano copie de “l’Unità” clandestina, si raccolgono fondi, si nascondono armi, si ospitano persone ricercate. Il 26 luglio 1943 viene organizzata una “pastasciuttata” per festeggiare la caduta di Mussolini. All’8 settembre la casa ospita e rifocilla militari italiani in fuga, nonché prigionieri di guerra che hanno aprofittato della situazione per scappare, e soprattutto diviene un centro di raccolta delle armi abbandonate, un piccolo arsenale. Si forma così una banda “internazionale”, composta di italiani, sei russi, due sudafricani, un irlandese. Aldo è il leader del gruppo, e ad esso si affianca Dante Castellucci, un ex soldato calabrese, che diverrà un noto comandante partigiano col nome di Facio. Il gruppo si sposta nell’Appennino reggiano, tra Cervarezza e Frassinedolo, compie alcune azioni, poi rientra in pianura, non senza divergenze con il comitato militare della resistenza reggiana, che ritiene azzardato organizzare la lotta nelle campagne e in collina, ambienti in quel momento ritenuti sfavorevoli. Tra ottobre e novembre le azioni tuttavia continuano, attirando l’attenzione del fascismo repubblicano su Casa Cervi: il 25 novembre 1943, 32 militi fascisti circondano e attaccano all’alba la casa, dove in quel momento sono ospitati 14 uomini, tutti catturati e condotti a Reggio Emilia. In rappresaglia per attentati gappisti in zona, alle sette del mattino del 28 dicembre 1943, Aldo, i suoi fratelli e un partigiano del gruppo - Quarto Camurri - vengono fucilati presso il Poligono di tiro della città.
Fasi
FASE I - Dal 10/06/1940 al 07/09/1943
FASE II - Dal 08/09/1943 al 31/12/1943
Aree
Zona padana e prealpina
Eventi
Temi
Antifascismo e Resistenza
I nemici della Resistenza
La violenza nella Resistenza
La memoria della Resistenza: il paradigma antifascista
La memoria della Resistenza: personaggi e date
Bibliografia
A. Cervi, I miei sette figli, Torino 2010
G. Franzini, Storia della Resistenza reggiana, Reggio Emilia 1995 (ed. org. 1966)
M. Storchi, Combattere si può vincere bisogna. La scelta della violenza fra Resistenza e dopoguerra (Reggio Emilia, 1943-1946), Venezia, 1998