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Eventi

Insurrezione di Firenze

"Firenze è il primo consistente successo, nella direzione di un coinvolgimento di massa, con il quale il Cln si propone a un tempo come artefice e garante di un ricambio della classe dirigente." (Santo Peli)

Tipo: Liberazioni
Inizio: 03/08/1944
Fine: 31/08/1944
Latitudine: 43.768479
Longitudine: 11.253368
Regioni: Toscana
Approfondimento
Descrizione
Nell’estate 1944 la Toscana diventa teatro di aspri combattimenti tra l’esercito tedesco in ritirata verso le difese della Linea Gotica, approntata sul crinale appenninico, e gli Alleati che, conquistata Cassino a maggio e liberata Roma a inizio giugno, giungono ai primi di luglio fino a Siena e alla Valdichiana. Da lì, fermati alle porte di Arezzo, muovono attraverso il Chianti direttamente verso Firenze. Per otto mesi la città aveva assistito alla lotta impari quanto cruenta tra i gruppi armati della Resistenza e le forze fasciste, anzitutto la banda guidata da Mario Carità, che davano la caccia ai cittadini ebrei, ai renitenti e ai resistenti. Ora l’interruzione delle comunicazioni mina il già precario sistema annonario accentuando i disagi della popolazione. Nel giugno 1944, il Comitato toscano di liberazione nazionale, guida politica della Resistenza, chiama per la prima volta in Italia all’insurrezione armata, per cacciare i tedeschi dalla città già prima dell’arrivo degli Alleati, aiutandone le operazioni militari ma anche affermando la propria capacità di autogoverno. Ma il piano presenta diversi ostacoli: i rischi sono altissimi, le forze più moderate appaiono dubbiose, il cardinale Dalla Costa propone un ritiro concordato per tutelare la città. E queste esitazioni crescono con il rallentamento degli Alleati. I fascisti più compromessi abbandonano la città, ma lasciano decine di “franchi tiratori”; i tedeschi si attestano sulla riva settentrionale dell’Arno. Il 29 luglio è emanato l’ordine di sgombero dei lungarni. Migliaia di famiglie sono costrette a lasciare le case, con la consapevolezza di non farvi più ritorno, nella disperata ricerca di luoghi sicuri. Gli sfollati occupano il carcere delle Murate, le chiese, Palazzo Pitti. Nella notte tra il 3 e il 4 vengono fatti saltare tutti i ponti (salvo Ponte Vecchio). In quelle stesse ore le brigate comuniste (Sinigaglia, Caiani, Lanciotto), riunitesi il 6 luglio nella Divisione Arno sotto il comando di Aligi Barducci «Potente», il 6 luglio, e quelle di Giustizia e Libertà si approssimano alla città. Dalla via Senese si avvicinano le truppe “alleate”: la mattina del 4 le truppe coloniali britanniche entrano a Firenze da Porta Romana. Intanto, grazie a due giovani partigiani, Enrico Fischer ed Orazio Barbieri, viene scoperta la praticabilità del Corridoio vasariano che collega Palazzo Pitti con Palazzo Vecchio e, con la complicità dei vigili urbani, è allestita una linea telefonica che consente al comando delle brigate e al CTLN di concordare il piano dell’insurrezione. Nella notte dell’8 agosto una scheggia di mortaio colpisce a morte Potente, ma i piani della battaglia procedono. Alle ore 6.45 dell’11 agosto 1944 i rintocchi della campana di Palazzo Vecchio, subito seguita da quella del Bargello, danno il segnale dell’insurrezione contro i nazifascisti. I partigiani, raccolti in Oltrarno, ricevono l’ordine di passare il fiume ed attaccare le truppe tedesche. Contemporaneamente, verso le 7.00, lasciata la sede di via Condotta, entra in Palazzo Medici Riccardi il Comitato Toscano di Liberazione Nazionale(CTLN), nucleo delle forze politiche antifasciste. Il Comitato nomina la giunta di Palazzo Vecchio, presieduta dal vecchio leader socialista Gaetano Pieraccini, quella provinciale e i vertici di ogni istituzione cittadina. Riaprono dopo oltre venti anni le sedi dei partiti politici e la Commissione stampa del CTLN redige il proprio giornale: «La Nazione del popolo». Pur sorpresi, gli Alleati prendono atto della novità e, riconoscendo il valore dell’azione antifascista, accettano le nomine . Ma la battaglia non è finita. I partigiani devono impegnarsi in intensi combattimenti contro gli avversari, attestati su una linea che va dalle Cascine fino all’Affrico, lungo il passante ferroviario e il corso del Mugnone. Nella notte del 15 agosto i tedeschi rioccupano piazza San Marco, ma sono respinti. Il 18 i partigiani della terza brigata Rosselli sono a piazza delle Cure, quelli della Sinigaglia combattono a Rifredi, quelli della Lanciotto marciano su San Domenico. Gli scontri proseguono serrati. Il 27 agosto finalmente terminano i cannoneggiamenti sulla città. Il 31 agosto la terza Rosselli libera l’ospedali di Careggi, ultimo presidio tenuto dai tedeschi. La ritirata nazista da Monte Morello e la liberazione di Fiesole, il primo settembre, segnano la fine di minacce militari. Il bilancio finale è di oltre duecento morti e molte centinaia di feriti. Ancor di più sono le vittime civili, notevolissimi i danni agli edifici e i disagi conseguenti per gli sfollati. Eppure è un momento fondamentale per tutto il paese: per la prima volta nel corso della campagna d’Italia non sono gli alleati, ma le forze antifasciste a liberare e governare un territorio. L’episodio legittima il valore militare e politico della Resistenza, anche agli occhi degli alleati e costituisce il modello per le insurrezioni della primavera 1945.
Fasi
FASE IV - Dal 04/06/1944 al 12/11/1944
Aree
Linea Gotica
Personaggi
Temi
Bibliografia
Pier Luigi Ballini, Il Comitato toscano di liberazione nazionale e la liberazione di Firenze , in "Nuova Antologia", 2232, 2004, pp. 6-43
Francesca Cavarocchi - Valeria Galimi, a cura di, Firenze in guerra, 1940-1944: catalogo della mostra storico-documentaria, Fup, Firenze 2014
Paolo Paoletti, Firenze 1944: tutto quello che non è mai stato detto sulla Liberazione, Società editrice fiorentina, Firenze 2016